Lo Stato convenuto, avendo qualificato quale espressione del diritto di libera manifestazione del pensiero la pubblicazione di un articolo da parte di una testata telematica che, per criticare la persona e l’operato della ricorrente, utilizzava il richiamo alla disponibilità in rete di video di natura sessuale ritraenti la stessa – la cui realizzazione e diffusione abusiva online erano peraltro state riconosciute dalla stessa Corte EDU quali violazioni alla sfera privata della vittima in una precedente pronuncia (sentenza del 10 gennaio 2019, ricorsi nn. 65286/13 e 57270/14) –, è stato condannato per non aver adottato misure adeguate a garantire la tutela del diritto della ricorrente al rispetto della sua vita privata e della sua reputazione, violando così l’art. 8 della Convenzione.
Secondo la Corte, infatti, se da un lato la Convenzione tutela l’informazione responsabile su questioni di interesse pubblico in conformità con l’etica del giornalismo, dall’altro non può esistere un interesse pubblico legittimo a sfruttare una violazione della privacy di una persona per soddisfare la curiosità di un certo numero di lettori, ridicolizzando pubblicamente la vittima e causandole ulteriori danni.
The defendant State, having classified as manifestation of the right of free expression of thought the publication of an article by an online newspaper which, in order to criticise the person and the actions of the applicant, used the reference to the availability on the internet of videos of a sexual nature depicting the applicant – the abusive creation and online distribution of which had, moreover, been recognised by the EDU Court itself as violations of the victim’s privacy in a previous judgment (judgment of 10 January 2019, Appeals No. 65286/13 and 57270/14) –, was condemned for failing to take adequate measures to ensure the protection of the applicant’s right to respect for her private life and reputation, thereby infringing Article 8 of the Convention.
According to the Court, while the Convention protects responsible information on matters of public interest in accordance with the ethics of journalism, there cannot be a legitimate public interest in exploiting a breach of a person’s privacy to satisfy the curiosity of a certain number of readers by publicly ridiculing the victim and causing him or her further harm.