Qualora gli insulti siano stati pronunciati in una chat vocale diretta alla persona offesa, anche se accessibile da più persone, il fatto non può essere qualificato come diffamazione aggravata ex art. 595 co. 3 c.p., ma dev’essere ricondotto all’abrogata fattispecie di ingiuria aggravata ex art. 594 ult. co. c.p.
If the insults were pronounced in a voice chat directed to the offended person, even if accessible by several people, the fact cannot be qualified as aggravated defamation punished by art. 595 co. 3 c.p., but must be traced back to the repealed crime of aggravated injury pursuant to art. 594 c.p.
In senso conforme ex multis: Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 8 marzo 2019 (ud. 17 gennaio 2019), n.10313/2019 – Pres. Rosa Pezzullo, Rel. Maria Belmonte; V. anche L. Picotti, Profili penali delle comunicazioni illecite via internet, in Dir. Inf., 1999, n. 2, p. 283 ss.; L. Picotti, I diritti fondamentali nell’uso ed abuso dei social network. Aspetti penali, in Giur. mer., 2012, n. 12, p. 2522 ss.