L’accettazione di numerose richieste di condivisione della cartella di archiviazione esterna in cui è stato memorizzato il materiale pedopornografico scaricato attraverso il programma Emule, implicando la volontà consapevole di divulgare o diffondere tale materiale, integra il reato di cui all’art. 600-ter co. 3 e 5 c.p., non potendosi ricondurre il caso di specie ad una mera utilizzazione di programmi di file sharing, che, comportando l’acquisizione e la condivisione automatica online con altri utenti dei files contenenti il materiale illecito, non è da sola sufficiente a far ritenere la sussistenza del dolo.
The acceptance of numerous requests to share the external filing folder in which the child pornography material downloaded through the Emule program was stored, implying the conscious will to disclose or disseminate such material, integrates the offense referred to in Article 600-ter, paragraphs 3 and 5 of the Italian Criminal Code. The criminal conduct in this case cannot be traced back to a mere use of file sharing programs, which, involving the automatic online acquisition and sharing with other users of the files containing the illicit material, is not sufficient on its own to suggest the existence of intent.
Conformi: Corte di Cassazione, sez. III penale, sentenza 23 marzo 2010 (ud. 12-01-2010), n. 11082 – Pres. Lupo, Rel. Franco; Corte di Cassazione, sez. III penale, sentenza 26 marzo 2018 (ud. 14-12-2017), n. 14001 – Pres. Di Nicola, Rel. Socci; Corte di Cassazione, sez. III penale, sentenza 31 luglio 2013 (ud. 11-12-2012), n. 33157 – Pres. Mannino, Rel. Savino.