Il 31 dicembre 2023 la Polizia postale ha redatto il proprio resoconto sugli interventi effettuati nell’ambito della lotta al cybercrime, evidenziando un aumento dei casi di reati commessi mediante l’uso del mezzo informatico e il sempre maggiore coinvolgimento, in qualità di vittime, di minori (bambini o preadolescenti tra i 10 ed i 13 anni), i quali rischiano di finire nella rete di pedofili, adescatori cibernetici (206 casi), cyberbulli (284 casi) o di cadere vittime di ricatti e sextortion (136 casi) all’interno dei social media.
La Polizia, infatti, ha condotto molteplici operazioni per combattere questi fenomeni (solo per menzionarne alcune: Operazioni “Fast and done”; “Ciaoamigos”; “Lucignolo”), grazie alle quali molteplici indagati sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare e poi all’esecuzione di misure cautelari restrittive della libertà personale per reati come la detenzione di materiale pedopornografico reperito online, la violenza sessuale documentata a danno di minori, lo sfruttamento della prostituzione minorile e la pornografia minorile.
Del pari, accanto alla lotta alla pedopornografia, l’attività della Polizia Postale si è concentrata sul contrasto alle attività predatorie online (oltre 3.500 le persone deferite all’A.G.), in particolare nel settore dell’e-commerce. Nel 2023, infatti, sono incrementati in numero significativo i casi di trading online ingannevole (3.360 i casi trattati, 188 le persone denunciate per un totale di 109.536.088 euro di profitti illeciti), con l’aumento del numero di portali che propongono programmi speculativi, apparentemente redditizi, utilizzando tecniche molto sofisticate per contattare le vittime.
Le evidenze acquisite nella più recente azione di contrasto ai fenomeni criminali di carattere finanziario hanno permesso di registrare una persistente diffusione di condotte predatorie realizzate attraverso campagne di phishing (anche nelle varianti del c.d. “vishing” e del c.d. “smishing”: illecita raccolta di codici “one-time”, token virtuali e password, realizzato mediante il ricorso a chiamate o messaggi la cui provenienza sembra essere della banca o di un ente fiduciario, ma che invece sono fraudolenti) consumate non solo nei confronti di persone fisiche, ma anche e soprattutto giuridiche, perpetrate per il tramite di e-mail che, dietro apparenti comunicazioni di Ministeri, organizzazioni pubbliche, istituti di credito ed altri enti, consentono in realtà di acquisire i dati personali e sensibili, le password di accesso a domini riservati, utili per perpetrare reati contro il patrimonio.
A ciò si aggiungono la lotta e il contrasto ai reati che hanno ad oggetto la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, reati ricompresi nell’alveo del c.d. Codice Rosso (L. 19 luglio 2019, n. 69) per cui 31 sono stati i casi di intervento da parte della Polizia Postale.
Infine, consistente è stato l’impegno della Polizia Postale sul fronte della lotta al cyberterrorismo e, più in generale, all’hate speech e alla diffusione di messaggi propagandistici di varia natura e origine su piattaforme di comunicazione online, social network e app di messaggistica istantanea
Di fronte a tutti questi rischi cibernetici, dunque, è necessario mantenere un alto livello di attenzione e di controllo soprattutto sull’operato e le comunicazioni che riguardano minori, i quali rimangono i target più ricercati dai predatori online. (S.T.).
Il report della Polizia Postale è reperibile qui