L’indagine condotta dall’Osservatorio sui furti d’identità e le frodi creditizie di CRIF ha evidenziato come le frodi mediante furto di identità continuano ad avere un rilevante impatto nella geografia criminale italiana, tanto che nel primo semestre del 2023 si sono registrati oltre 17.000 casi con profitti per oltre 83 milioni di euro e un aumento complessivo dei casi del 14,2%. Se da un lato, infatti, sono gli uomini ad essere il bersaglio preferito degli attacchi informatici – con una percentuale del 66,1% contro il 33,9% delle donne – dall’altro, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la fascia d’età maggiormente colpita è quella tra i 18 ed i 30 anni, con una percentuale del 23,8%, più avvezzi ad operare e ad effettuare pagamenti online.
I mezzi più frequenti tramite cui queste frodi vengono effettuate sono, in ordine, i prestiti finalizzati (37,9%), le carte di credito (17,5%, in aumento) e i prestiti personali che, nel primo semestre del 2023, hanno registrato un notevole incremento dei casi (+61,2%), con una quota pari al 18,3% del totale dei casi stimati.
La lotta alla criminalità informatica, per essere efficace, necessita di una risposta rapida che, secondo l’Osservatorio, si ha nel 45,5% dei casi (entro 6 mesi dall’accaduto), pur essendo ancora alta la percentuale di scoperta delle frodi dopo cinque anni – che si attesta al 21,8% – per le quali diventa estremamente difficile anche l’intervento dell’Autorità giudiziaria. (S.T.)
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