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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 23 luglio 2020 (ud. 06 luglio 2020), n. 22049 – Pres. Stefano Palla, Rel. Giuseppe Riccardi

Ai fini dell’integrazione del reato di sostituzione di persona ex art. 494 c.p., non rileva che la divulgazione abbia ad oggetto una “immagine caricaturale” della persona offesa (condotta rilevante ai fini dell’integrazione anche del reato di diffamazione), essendo sufficiente, per la tipicità del delitto, la illegittima sostituzione della propria all’altrui persona, mediante creazione ed utilizzo […]

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 11 giugno 2020 (ud. 7 febbraio 2020), n. 17944/2020 – Pres. Carlo Zaza, Rel. Antonio Settembre

Commentare un video su YouTube, nel quale un medico sostiene che essere omosessuale sia contro natura, con la frase “spero che le figlie siano lesbiche, sposino dei gay e che lo abbattano tutti insieme appassionatamente” non integra il reato di diffamazione aggravata ex art. 595 c. 3 c.p., in quanto tale augurio non è attributivo

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 14 maggio 2020 (ud. 29 novembre 2019), n. 15089/2020 – Pres. Rossella Catena, Est. Renata Sessa

Non commette il reato di diffamazione aggravata ex art. 595 co. 3 c.p. colui che commenta in un gruppo Facebook “chi ha sparato è un idiota” in un post relativo alla notizia dell’esplosione di un colpo in aria da parte di un poliziotto durante la fuga di alcuni malviventi, in quanto l’utilizzo dell’epiteto “idiota”, sebbene

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 25 febbraio (ud. 31 marzo 2020), n. 10905/2020 – Pres. Palla, Rel. Riccardi

Qualora gli insulti siano stati pronunciati in una chat vocale diretta alla persona offesa, anche se accessibile da più persone, il fatto non può essere qualificato come diffamazione aggravata ex art. 595 co. 3 c.p., ma dev’essere ricondotto all’abrogata fattispecie di ingiuria aggravata ex art. 594 ult. co. c.p. If the insults were pronounced in

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 10 gennaio 2020, (ud. 19 novembre 2019), n. 652/2020 – Pres. Eduardo De Gregorio, Rel. Angelo Caputo

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. può essere riconosciuta, se si tratta di condotta isolata, anche nel caso in cui il reato di sostituzione di persona ex art. 494 c.p. sia stato commesso tramite la creazione di un falso profilo su un Social network a nome altrui.

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 10 gennaio 2020, (ud. 19 novembre 2019), n. 628/2020 – Pres. Eduardo De Gregorio, Rel. Luca Pistorelli

Commette il reato di diffamazione aggravata di cui all’art. 595 co. 3 c.p. colui che pubblica un post su Facebook definendo il vicesindaco del suo paese e i componenti della giunta comunale “imbroglioni” e accusandoli di aver sottratto i soldi provenienti dal gettito fiscale a carico della comunità. In questo caso, infatti, lo scritto online

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 16 aprile 2018 (ud. 19 febbraio 2018), n. 16751 – Pres. Carlo Zaza, Rel. Rosa Pezzullo

L’animazione di un forum in sè non può determinare la corresponsabilità penale per le frasi o scritti ad altri materialmente riferibili, in assenza di elementi specificamente enunciati che denotino la coscienza e volontà nell’attività diffamatoria da parte dell’amministratore dello stesso. The administrator of a forum cannot share criminal liability for sentences or writings materially referable

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 5 febbraio 2018 (ud. 22 novembre 2017), n. 5352/2018 – Pres. Grazia Lapalorcia, Est. Barbara Calaselice

Per la configurabilità del reato di diffamazione a mezzo Facebook, l’accertamento dell’indirizzo IP di provenienza del post è essenziale, non essendo sufficiente, nel caso di disconoscimento della paternità del commento, il fatto che il nickname utilizzato riporti il nome e il cognome dell’imputato. The verification of the IP address of the post is essential in

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 1 febbraio 2017 (ud. 14 novembre 2016), n. 4873/2017 – Pres. Bruno Paolo Antonio, Est. Irene Scordamaglia

All’offesa diffamatoria consistente nell’attribuzione di un fatto determinato attraverso l’uso di una bacheca “facebook” non è applicabile l’art. 13 L. n. 47/1948 ma le aggravanti di cui all’art. 595, commi 2 e 3, c.p., dato che la bacheca “facebook” deve essere equiparata ad un “qualsiasi altro mezzo di pubblicità”, ma non può essere inclusa nella

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Corte di Cassazione, sez. I penale, 2 gennaio 2017 (ud. 2 dicembre 2016), n. 50/2017 – Pres. Antonella Patrizia Mazzei , Est. Enrico Giuseppe Sandrini 

La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso di una bacheca “facebook” integra l’ipotesi di diffamazione aggravata per utilizzo di un “mezzo di pubblicità” ai sensi dell’art. 595, comma 3, c.p. Nel caso di specie competente per materia è quindi il Tribunale e non il Giudice di Pace. The Supreme Court states that spreading defamatory

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tarantino@studiopicotti.com

Simone Tarantino

Dottore magistrale in Giurisprudenza con laurea conseguita presso l’Università degli Studi di Verona, discutendo una tesi in diritto penale applicato alle nuove tecnologie ed all’Intelligenza artificiale, intitolata: “Nuovi profili di responsabilità penale per l’uso di sistemi di intelligenza artificiale: il paradigma della circolazione stradale”, approfondita anche in un articolo in fase di pubblicazione.

Dal novembre 2022 è praticante avvocato presso il Foro di Verona, abilitato al patrocinio sostitutivo dal settembre 2023, si occupa prevalentemente di diritto penale.

rosamaria.vadala@univr.it

Rosa Maria Vadalà

Ricercatrice in diritto penale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona con incarichi di docenza nei corsi d’insegnamento “Diritto penale dell’impresa e del mercato”, “Diritto penale comparato” e “Cybercrime”. Sempre presso la stessa Università ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in “Diritto ed Economia dell’Impresa. Discipline interne ed internazionali” ed è stata altresì assegnista di ricerca sul tema “Nuove tecnologie e reati in materia economicofinanziaria: dal cyberlaundering alle frodi negli strumenti di pagamento elettronici e nell’accesso del credito”, del Centro IUSTec del Dipartimento di Scienze Giuridiche.

Da Gennaio 2013 a Dicembre 2021 è stato, inoltre, Avvocato iscritto all’Ordine degli Avvocati di Verona.

Ha trascorsi periodi di ricerca presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law e il centro Crimina dell’Università Miguel Hernandez di Elche. È autrice della monografia “La tutela penale della sicurezza degli scambi economici digitali” (ebook-cod. ISBN 9788899957025) e di numerosi saggi ed interventi convegnistici su vari temi relativi alla criminalità economica ed informatica, con attenzione particolare alla Software Security, alle sfide sollevate dalle nuove tecnologie, quali Blockchain, IoT e IoE, e dall’Intelligenza Artificiale implementata nei contesti della sicurezza e mobilità urbana. Per informazioni più complete si rimanda alla seguente pagina istituzionale:

https://www.dsg.univr.it/?ent=persona&id=8384&lang=it#tab-presentazione

marco.mattia@univr.it

Marco Mattia

Dott. Marco Mattia, dottorando in diritto penale presso l’Università di Verona sul tema di ricerca dei risvolti penalistici sottesi alla disinformazione digitale e al fenomeno della diffusione di fake news in rete. Autore di diverse pubblicazioni e interventi sulle seguenti tematiche: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; settarismi digitali e condizionamenti psichici nel cyberspace.

Dottorando di ricerca in diritto penale in presso l’Università di Verona, con progetto di ricerca dal titolo: «La rilevanza dei fattori psico-emotivi all'interno del moderno sistema dell'imputazione penale, con riferimento alle recenti questioni poste dalle Intelligenze Artificiali. Una nuova prospettiva meta-teorica del diritto penale?». Già collaboratore e cultore della materia presso le cattedre di diritto penale dell’Università del Salento e dell’Università di Bergamo. Autore di diverse pubblicazioni di diritto penale sui seguenti temi di ricerca: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; risvolti penali della disinformazione digitale e del discorso d’odio. Ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense nell’ottobre 2022. Per il curriculum completo si rimanda al sito istituzionale dell’Università di Verona.

alice.baccin@univr.it

Alice Baccin

Dottoranda di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona con un progetto di tesi intitolato «Algoritmizzazione dei mercati finanziari, abusi di mercato e criteri di imputazione penale all’epoca delle strategie High-frequency trading». Dopo la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Padova nel 2019, ha avviato la propria collaborazione in qualità di cultrice della materia per le cattedre di Diritto Penale 2, Diritto Penale Commerciale e Diritto Penale, Robotica e intelligenza artificiale presso la medesima Università, prima di intraprendere il percorso dottorale nel 2021. Svolge altresì la professione di avvocato presso il Foro di Milano occupandosi principalmente di diritto penale d’impresa. Nell’ambito del percorso di dottorato ha trascorso un soggiorno all’estero in qualità di Visiting Research Student presso il King’s College di Londra.

I suoi interessi di ricerca si concentrano, in prevalenza, sul diritto penale dell’economia e sul rapporto tra sviluppo tecnologico e criminalità d’impresa.

Per l’elenco delle pubblicazioni si rinvia al sito istituzionale dell’Università di Verona: https://www.dsg.univr.it/?ent=persona&id=71503

beatrice.panattoni@univr.it

Beatrice Panattoni

È attualmente assegnista di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona. Ha conseguito il dottorato di ricerca e il titolo di Doctor Europaeus in scienze giuridiche europee ed internazionali a luglio 2022 presso la stessa Università. Membro dei Young Penalists dell’Association International de Droit Pénal (AIDP), nell’ambito della quale ha partecipato a diversi lavori. Negli anni ha svolto diversi periodi di ricerca all’estero, presso l’Università di Freiburg im Breisgau, Germania, e presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law. Le linee della sua ricerca si concentrano sull’intersezione tra il diritto penale e le sfide aperte dalla rivoluzione digitale. È co-curatrice assieme al prof. Lorenzo Picotti del fascicolo monografico n. 1/2023 della Revue Internationale de Droit Pénal su “Traditional Criminal Law Categories and AI: Crisis or Palingenesis?”. È autrice di diversi saggi scientifici dedicati allo studio dei rapporti tra diritto penale e tecnologie digitali, in specie inerenti alla responsabilità penale delle piattaforme online, ai profili penali legati all’Intelligenza Artificiale, nonché alle aggressioni sessuali realizzate in rete. Per i prodotti della ricerca si rimanda al sito istituzionale.

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Simone Tarantino

Dottore magistrale in Giurisprudenza con laurea conseguita presso l’Università degli Studi di Verona, discutendo una tesi in diritto penale applicato alle nuove tecnologie ed all’Intelligenza artificiale, intitolata: “Nuovi profili di responsabilità penale per l’uso di sistemi di intelligenza artificiale: il paradigma della circolazione stradale”, approfondita anche in un articolo in fase di pubblicazione.

Dal novembre 2022 è praticante avvocato presso il Foro di Verona, abilitato al patrocinio sostitutivo dal settembre 2023, si occupa prevalentemente di diritto penale.

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Rosa Maria Vadalà

Ricercatrice in diritto penale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona con incarichi di docenza nei corsi d’insegnamento “Diritto penale dell’impresa e del mercato”, “Diritto penale comparato” e “Cybercrime”. Sempre presso la stessa Università ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in “Diritto ed Economia dell’Impresa. Discipline interne ed internazionali” ed è stata altresì assegnista di ricerca sul tema “Nuove tecnologie e reati in materia economicofinanziaria: dal cyberlaundering alle frodi negli strumenti di pagamento elettronici e nell’accesso del credito”, del Centro IUSTec del Dipartimento di Scienze Giuridiche.

Da Gennaio 2013 a Dicembre 2021 è stato, inoltre, Avvocato iscritto all’Ordine degli Avvocati di Verona.

Ha trascorsi periodi di ricerca presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law e il centro Crimina dell’Università Miguel Hernandez di Elche. È autrice della monografia “La tutela penale della sicurezza degli scambi economici digitali” (ebook-cod. ISBN 9788899957025) e di numerosi saggi ed interventi convegnistici su vari temi relativi alla criminalità economica ed informatica, con attenzione particolare alla Software Security, alle sfide sollevate dalle nuove tecnologie, quali Blockchain, IoT e IoE, e dall’Intelligenza Artificiale implementata nei contesti della sicurezza e mobilità urbana. Per informazioni più complete si rimanda alla seguente pagina istituzionale:

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Marco Mattia

Dott. Marco Mattia, dottorando in diritto penale presso l’Università di Verona sul tema di ricerca dei risvolti penalistici sottesi alla disinformazione digitale e al fenomeno della diffusione di fake news in rete. Autore di diverse pubblicazioni e interventi sulle seguenti tematiche: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; settarismi digitali e condizionamenti psichici nel cyberspace.

Dottorando di ricerca in diritto penale in presso l’Università di Verona, con progetto di ricerca dal titolo: «La rilevanza dei fattori psico-emotivi all'interno del moderno sistema dell'imputazione penale, con riferimento alle recenti questioni poste dalle Intelligenze Artificiali. Una nuova prospettiva meta-teorica del diritto penale?». Già collaboratore e cultore della materia presso le cattedre di diritto penale dell’Università del Salento e dell’Università di Bergamo. Autore di diverse pubblicazioni di diritto penale sui seguenti temi di ricerca: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; risvolti penali della disinformazione digitale e del discorso d’odio. Ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense nell’ottobre 2022. Per il curriculum completo si rimanda al sito istituzionale dell’Università di Verona.

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Alice Baccin

Dottoranda di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona con un progetto di tesi intitolato «Algoritmizzazione dei mercati finanziari, abusi di mercato e criteri di imputazione penale all’epoca delle strategie High-frequency trading». Dopo la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Padova nel 2019, ha avviato la propria collaborazione in qualità di cultrice della materia per le cattedre di Diritto Penale 2, Diritto Penale Commerciale e Diritto Penale, Robotica e intelligenza artificiale presso la medesima Università, prima di intraprendere il percorso dottorale nel 2021. Svolge altresì la professione di avvocato presso il Foro di Milano occupandosi principalmente di diritto penale d’impresa. Nell’ambito del percorso di dottorato ha trascorso un soggiorno all’estero in qualità di Visiting Research Student presso il King’s College di Londra.

I suoi interessi di ricerca si concentrano, in prevalenza, sul diritto penale dell’economia e sul rapporto tra sviluppo tecnologico e criminalità d’impresa.

Per l’elenco delle pubblicazioni si rinvia al sito istituzionale dell’Università di Verona: https://www.dsg.univr.it/?ent=persona&id=71503

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Beatrice Panattoni

È attualmente assegnista di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona. Ha conseguito il dottorato di ricerca e il titolo di Doctor Europaeus in scienze giuridiche europee ed internazionali a luglio 2022 presso la stessa Università. Membro dei Young Penalists dell’Association International de Droit Pénal (AIDP), nell’ambito della quale ha partecipato a diversi lavori. Negli anni ha svolto diversi periodi di ricerca all’estero, presso l’Università di Freiburg im Breisgau, Germania, e presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law. Le linee della sua ricerca si concentrano sull’intersezione tra il diritto penale e le sfide aperte dalla rivoluzione digitale. È co-curatrice assieme al prof. Lorenzo Picotti del fascicolo monografico n. 1/2023 della Revue Internationale de Droit Pénal su “Traditional Criminal Law Categories and AI: Crisis or Palingenesis?”. È autrice di diversi saggi scientifici dedicati allo studio dei rapporti tra diritto penale e tecnologie digitali, in specie inerenti alla responsabilità penale delle piattaforme online, ai profili penali legati all’Intelligenza Artificiale, nonché alle aggressioni sessuali realizzate in rete. Per i prodotti della ricerca si rimanda al sito istituzionale.