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Cyber Vittimizzazione

Legge 29 maggio 2017 n. 71 (GU n. 127 del 3-6-2017)

New anti-cyberbullying Italian law. Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Linee guida concordate tra Procura della Repubblica di Milano, Ordine Forense e Comune di Milano per ridurre il danno da reati informatici e tutelare le vittime. Guidelines  to fight cybercrimes and protect victims (Procura della Repubblica di Milano, Ordine Forense e Comune di Milano).

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Corte di Cassazione, sez. I penale, 1 marzo 2018 (ud. 24 maggio 2018), n. 9446/2018 – Pres. Arturo Cortese, Est. Rosa Anna Saraceno

Fotografare o riprendere con il cellulare qualcuno in un luogo pubblico, senza il suo consenso, può configurare il reato di cui all’art. 660 c.p., anche nel caso in cui il soggetto non si renda conto di essere ripreso, ed è dunque ammissibile il sequestro probatorio del cellulare. Photographing or filming someone with a mobile phone in a public place, without his consent, can configure the crime ex art. 660 c.p., even if he didn’t realize

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High level Group on fake news and online disinformation (HLEG) – Report: “A multi-dimensional approach to disinformation”, marzo 2018

Pubblicato lo studio redatto dal Gruppo di alto livello per il contrasto alla disinformazione online (“the HLEG”). Il gruppo, composto da 39 esperti, è stato istituito in gennaio dalla Commissione Europea per approfondire la tematica delle iniziative politiche volte a combattere le notizie false e la disinformazione diffusa online. In January 2018, the European Commission set up a high-level group (“the HLEG”), composed of 39 experts, to advise on policy initiatives to counter fake news

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 28 gennaio 2019 (ud. 11 ottobre 2018), n. 3989/2019 – Pres. Rosa Pezzullo, Rel. Giuseppe De Marzo

Lo stalking perpetrato mediante l’impiego del sistema di messaggistica WhatsApp configura l’ipotesi aggravata di cui all’art 612-bis, comma 2 c.p., per essere il fatto commesso attraverso l’uso del mezzo informatico. The stalking perpetrated through the use of the WhatsApp messaging system configures the aggravated hypothesis referred to in art. 612-bis, paragraph 2, of the penal code, since the fact is committed through the use of an informatics system.

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Corte di Cassazione, sez. I penale, 2 maggio 2019 (ud. 14 febbraio 2018), n. 18216/2019 – Pres. Antonella Patrizia Mazzei, Rel. Domenico Fiordalisi

L’atteggiamento psicologico del reato di molestia di cui all’art. 660 c.p. deve essere caratterizzato dalla “petulanza”, che consiste nella volontà effettiva di interferire nella sfera di libertà altrui, fino al punto di determinarlo a invocare aiuto (nella specie la Corte ha ritenuto che non costituisse reato, per difetto dell’elemento psicologico, l’invio, nell’arco di 75 giorni, di 15 sms, di cui 2 a contenuto offensivo, all’ex fidanzata che non aveva attivato alcun meccanismo di blocco dei

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Cyber Terrorismo

Cyber Security

Approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge che riforma alcuni reati informatici ed interviene in materia di cybersecurity

Il Consiglio dei Ministri ha licenziato, in data 25 gennaio 2024, il testo definitivo del disegno di legge volto al rafforzamento della cybersicurezza nazionale che prevede, tra le altre, cose, l’innalzamento delle pene per i cybercriminali, l’intensificazione delle misure di sicurezza, un incremento delle funzioni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) e l’adozione, da parte di enti locali e pubblica amministrazione, di sistemi idonei a prevenire e impedire attacchi informatici. Parte integrante del disegno di

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Via libera dell’Unione Europea al primo schema di certificazione sulla sicurezza informatica sui criteri comuni (EUCC)

Il 31 gennaio 2024 la Commissione Europea ha dato il via libera al primo schema di certificazione della sicurezza informatica, redatto da Agenzia Europea per la Sicurezza Informatica (ENISA), volto a rendere più affidabile le infrastrutture tecnologiche all’interno dell’Unione Europea e a riconoscere ai prodotti in linea con i criteri adottati un bollino blu di sicurezza dal punto di vista sia hardware che software. Lo schema – che sostituirà i precedenti schemi di certificazione nazionali

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Cyber Solidarity Act (CSA): raggiunto un accordo sulla proposta di Regolamento UE in materia di cybersicurezza presentata dalla Commissione Europea nell’aprile 2023

In data 20 dicembre 2023, i rappresentanti degli Stati membri dell’Unione, riuniti nel Coreper, hanno raggiunto una posizione comune sulla proposta di Regolamento Europeo avanzata dalla Commissione in materia di cybersicurezza (CSA), tesa a rafforzare i livelli preventivi di monitoraggio e scansione delle minacce informatiche e a velocizzare i protocolli di risposta difensiva in fase di attacco, al contempo fornendo maggiore protezione ai servizi essenziali potenzialmente bersaglio degli attaccanti, come ospedali e servizi pubblici.  Più

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Regolamento (UE) 2019/881 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 relativo all’ENISA

Regolamento (UE) 2019/881 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 relativo all’ENISA, l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza, e alla certificazione della cibersicurezza per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e che abroga il regolamento (UE) n. 526/2013 («regolamento sulla cibersicurezza»)  Regulation (EU) 2019/881 of the European Parliament and of the Council of 17 April 2019 on ENISA (the European Union Agency for Cybersecurity) and on information and communications technology cybersecurity certification

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DPCM 24 gennaio 2013, “Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale” (G.U. 19 marzo 2013, n. 66)

A pochi giorni dall’identificazione dell’ennesima sofisticata rete di cyber spionaggio mondiale denominata “Ottobre Rosso”, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 gennaio 2013 l’Italia si è dotata di una strategia nazionale in materia di sicurezza informatica, avente l’obiettivo di accrescere le capacità del nostro paese di confrontarsi con le minacce provenienti dallo spazio cibernetico anche attraverso la riorganizzazione dell’architettura istituzionale del settore, considerata disorganica ed inefficiente.Per la prima volta si è proceduto

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Cyber Investigazione

Intercettazioni a mezzo trojan utilizzabili anche se effettuate tramite un “server di transito” (Cass. Pen., Sez. VI, 13 marzo 2024, n. 10611)

La Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi in merito alle intercettazioni ambientali effettuate a mezzo captatore informatico (cd. trojan) e ha stabilito, con una recente sentenza del marzo 2024, che sono pienamente utilizzabili nel procedimento penale i dati raccolti e conservati su un cd. “server di transito” diverso da quello della Procura procedente nell’ambito del procedimento penale, non ravvisandosi in questo passaggio alcuna violazione dell’art. 268, co. 3, cod. proc. pen. Sebbene, infatti, la

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Utilizzabili come prova documentale le intercettazioni acquisite all’estero mediante ordine europeo d’indagine

Secondo la Suprema Corte sono pienamente utilizzabili nel procedimento penale come prova documentale le conversazioni ottenute mediante chat criptate e i dati comunicativi acquisiti da una autorità giudiziaria estera nell’ambito di attività richiesta con ordine europeo d’indagine e/o consegnati alla giustizia italiana come dati “freddi”, poiché raccolti prima dell’arrivo della richiesta di OEI, e ciò in quanto non è compito del giudice italiano valutare la regolarità o meno degli atti di esecuzione dell’attività d’indagine compiuta

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Sequestro di dispositivi e sistemi informatici: presentato un emendamento alla proposta di legge che prevede l’introduzione dell’art. 254 ter c.p.p.

Nell’ambito dell’iter di approvazione della proposta di legge avente ad oggetto modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi informatici, smartphone e memorie digitali – già orientata ad estendere a detta tipologia di misura le garanzie previste dall’ordinamento in tema di intercettazioni – è stato proposto, in data 21 febbraio 2024, un ulteriore emendamento che, nel recepire l’insegnamento della Consulta sul cd. caso Renzi, prevede di introdurre tre diverse fasi del sequestro: (i) apprensione

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Corte europea dei diritti dell’uomo, 18.12.2012, Yildrim v. Turchia: “Block Access”

Ahmet Yildirim, cittadino turco, è un ricercatore del dipartimento di Ingegneria Informatica all’Università Boğaziçi in Turchia. Appassionato d’informatica, ha creato un sito su Google Sites ove pubblica il proprio lavoro accademico nonché personali opinioni in merito a svariate tematiche. Il 24 giugno 2009, tale blog venne improvvisamente bloccato: a causa di una presunta pubblicazione di materiale offensivo e denigratorio di Kemal Atatürk, l’eroe nazionale turco fondatore e primo presidente della Repubblica Turca, il tribunale distrettuale

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Accesso Abusivo a Sistemi Informatici

Accesso abusivo a sistema informatico: il punto della Cassazione sul caso del P.R.A.

L’arresto giurisprudenziale ha riaffermato, in coerenza con l’insegnamento della nota pronuncia “Savarese” , come l’accesso (o il mantenimento) nel sistema ancorché con credenziali lecite attribuite all’agente, anche in assenza di divieti espressi, può essere qualificato come “abusivo”, quando risulti effettuato per finalità estranee a quelle proprie della funzione esercitata. In altri termini, per giudicare della liceità dell’accesso, ritiene la Corte, occorre aver riguardo non solo alla titolarità astratta del potere esercitato, ma (anche) al suo

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Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 11 settembre 2020 (ud. 9 luglio 2020), n. 25944/2020 – Pres. Maria Vessichelli, Rel. Paola Borrelli

Integra reato di accesso abusivo ex art. 615 ter c.p. la condotta di accesso e mantenimento ad un sistema telematico protetto commessa da un soggetto autorizzato in violazione dei limiti e i fini connessi alla propria autorizzazione, anche se si tratta di condotta realizzata prima dell’arresto delle Sezioni Unite del 2017 (Cass. n. 41210 del 18/05/2017), che ha risolto in senso positivo il contrasto giurisprudenziale sorto in merito alla rilevanza penale di tale fattispecie, precisando

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Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza 8 giugno 2020 (ud. 19 febbraio), n. 17360/2020 – Pres. Francesca Morelli, Rel. Eduardo De Gregorio

Il delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico ex art. 615 ter c.p. può concorrere con quello di frode informatica ex art. 640 ter c.p., dato che i beni giuridici tutelati e le condotte sanzionate sono diversi: il primo tutela il c.d. domicilio informatico sotto il profilo dello ius excludendi alios, anche in relazione alle modalità che regolano l’accesso dei soggetti eventualmente abilitati, mentre il secondo contempla e sanziona l’alterazione dei dati

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Corte di Cassazione, sez. VI penale, 7 febbraio 2020 (ud. 13 novembre 2019), n. 5255/2019 – Pres. Giorgio Fidelbo, Rel. Antonio Costantini

Integra il delitto di rivelazione di segreti d’ufficio e il delitto di accesso abusivo a sistema informatico o telematico commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio ex art. 615-ter co. 2 n. 1 c.p. la condotta del dipendente in servizio presso l’ufficio GIP del Tribunale che acceda al sistema informatico per ragioni estranee a quelle per cui la facoltà di accesso è attribuita e riveli a terzi la notizia d’imminente esecuzione di misura

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 30 luglio 2019 (ud. 24 aprile 2019), n. 34803/2019 Pres. Maria Vessichelli – Rel. Giuseppe Riccardi

Ai fini dell’ipotesi aggravata del delitto di accesso abusivo a sistema informatico o telematico commesso dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio ex art. 615-ter co. 2 n. 1 c.p., le ragioni che legittimano l’accesso o il mantenimento nel sistema informatico del registro notizie di reato (RE. GE.) non possono consistere nella mera pendenza di un procedimento presso l’ufficio giudiziario ove l’agente svolge il proprio servizio, ma devono essere specificamente connesse all’assolvimento delle sue

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Corte di Cassazione, sez. II penale, sentenza 17 giugno 2019 (ud. 29 maggio 2019), n. 26604/2019 Pres. Giovanni Diotallevi – Rel. Giuseppina Anna Rosaria Pacilli

Il delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico di cui all’art. 615-ter c.p. può concorrere con quello di frode informatica di cui all’art. 640-ter c.p., poiché i beni giuridici tutelati e le condotte sanzionate sono diversi, dato che il primo tutela il domicilio informatico sotto il profilo dello “ius excludendi alios”, anche in relazione alle modalità che regolano l’accesso dei soggetti eventualmente abilitati, mentre il secondo punisce l’alterazione e l’intervento senza diritto

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Danneggiamenti Informatici

Phishing

Corte di Cassazione, sez. II penale, 20 maggio 2019 (ud. 14 gennaio 2019), n. 21987/2019 – Pres. Ugo De Crescienzo, Rel. Sergio Beltrani

In ipotesi di phishing non è configurabile il concorso tra il reato di accesso abusivo a sistema informatico o telematico di cui all’art. 615-ter c.p. e il meno grave reato di detenzione e diffusione abusive di codici d’accesso di cui all’art. 615-quater c.p., perché, sotto un profilo naturalistico, quest’ultimo reato costituisce antefatto necessario del primo, semprechè sia integrato nel medesimo contesto spazio-temporale e in danno della medesima persona fisica. In case of phishing, the concurrence

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Corte di Cassazione, sez. II penale, 4 gennaio 2019 (ud. 5 luglio 2018), n. 213/2019 – Pres. Matilde Cammino, Rel. Luciano Imperiali

Commette il reato di frode informatica colui che, servendosi di una carta di credito falsificata e di un codice di accesso fraudolentemente captato, si introduca abusivamente nel sistema informatico bancario ed effettui illecite operazioni di trasferimento fondi. L’introduzione abusiva al sistema informatico configura quell’elemento specializzante che consente di ritenere applicabile l’art. 640-ter c.p. e non l’art. 55, comma 9, D.Lgs. 231/2007, oggi trasfuso nell’art. 493 ter c.p, che si configura invece nel caso di prelievi

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Pedopornografia

Cassazione, sez. VI penale, 16 ottobre 2020 (ud. 16 settembre 2020) sentenza n. 28814/2020 – Pres. Renato Giuseppe Bricchetti, Rel. Gaetano De Amicis

La Corte di Cassazione, accogliendo il primo motivo di ricorso, annulla la sentenza della Corte d’appello di Roma che, ritenendo integrato il tentativo del reato di atti sessuali con minore in ragione della pubblicazione online di un annuncio, finalizzato ad intrattenere rapporti sessuali con giovani anche minorenni, accoglieva la richiesta di estradizione formulata dal dal Governo degli Stati Uniti d’America nei confronti dell’imputato. Secondo i giudici di legittimità non può ritenersi integrata l’ipotesi delittuosa di

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Corte di Cassazione, sez. III penale, sentenza 13 ottobre 2020 (ud. 10 settembre 2020), n. 28454/2020 – Pres. Giulio Sarno, Rel. Antonella Di Stasi

La Suprema Corte ha ribadito che integra il tentativo del reato di atti sessuali con minorenne ex art. 609-quater c.p. la programmazione concreta di un incontro col minore di anni quattordici con esplicita richiesta di rapporto sessuale, trattandosi di condotta idonea ed univoca diretta al compimento di atti sessuali col minore, così come l’instaurazione col minore di un intenso rapporto telefonico di natura esclusivamente sessuale, con richieste di invio di fotografie a sfondo pornografico e

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Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 8 settembre 2020 (ud. 2 luglio 2020), n. 25266/2020 – Pres. Elisabetta Rosi, Rel. Ubalda Macrì

La Suprema corte ha ritenuto che la condotta di colui che, dopo aver inviato ad una ragazza minorenne una serie di messaggi di whatsapp allusivi e sessualmente espliciti, l’ha costretta a inviargli a sua volta una foto senza reggiseno nonché a commentare la foto da lei ricevuta ritraente il membro maschile, minacciandola altrimenti di pubblicare la chat su instagram e su pagine hot,integri il reato di violenza sessuale aggravata di cui agli artt. 609-bis e

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Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a una deroga temporanea a talune disposizioni della direttiva 2002/58/CE, COM(2020) 568 final

Constato che alcuni fornitori di servizi di comunicazione interpersonale indipendenti dal numero (quali i servizi di messaggistica e di posta elettronica basati sul web nonché la telefonia via Internet) stanno già utilizzando tecnologie specifiche per individuare gli abusi sessuali sui minori nell’ambito dei loro servizi e segnalarli alle autorità di contrasto e alle organizzazioni pubbliche contro gli abusi sessuali sui minori e/o per rimuovere il materiale pedopornografico, la Commissione europea ha avanzato una Proposta di

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Corte di Cassazione, sez. III penale, sentenza 5 giugno 2020 (ud. 05-03-2020), n. 17186 – Pres. Elisabetta Rosi, Rel. Gianni Reynaud

L’accettazione di numerose richieste di condivisione della cartella di archiviazione esterna in cui è stato memorizzato il materiale pedopornografico scaricato attraverso il programma Emule, implicando la volontà consapevole di divulgare o diffondere tale materiale, integra il reato di cui all’art. 600-ter co. 3 e 5 c.p., non potendosi ricondurre il caso di specie ad una mera utilizzazione di programmi di file sharing, che, comportando l’acquisizione e la condivisione automatica online con altri utenti dei files

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Corte di Cassazione, sez. III penale, 9 marzo 2020 (ud. 8 gennaio 2020), n. 9354/2020 – Pres. Giulio Sarno, Rel. Alessio Scarcella

Nell’ottica di massima protezione dei minori assunta anche in sede sovranazionale (con la Direttiva europea 2011/93/UE e la Convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa del 25.10.2007), la nozione di “materiale pedoponografico” ex art. 600 ter u.c. c.p. non limita la rilevanza penale alle sole rappresentazioni di organi genitali di soggetti infradiciottenni, ma include anche gli organi sessuali “secondari”, quali il seno ed i glutei. Una diversa interpretrazione non troverebbe riscontro né nel dato testuale della

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Privacy

Videoriprese tra persone conviventi e art. 615 bis c.p.: lecita solo quando vi sia il consenso dell’altro soggetto espresso in forma chiara e inequivocabile

Con una pronuncia recente la Corte di Cassazione è tornata sul tema delle videoriprese tra persone conviventi, stabilendo come la ripresa di un contenuto effettuata all’insaputa del soggetto coabitante e senza il suo consenso sia condotta idonea ad integrare il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.), in linea con quanto già stabilito nel 2003 dalle Sezioni Unite circa il fatto che non sia consentita, neppure al convivente, la registrazione di immagini di

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Credit scoring: la Corte di Giustizia esclude che la sola valutazione algoritmica di affidabilità del creditore possa fondare la valutazione della banca circa la stipula o meno del contratto

La Corte di Giustizia si è pronunciata, in data 7 dicembre 2023, in merito alla pratica del cd. credit scoring (l’assegnazione automatica di un punteggio predittivo della capacità del creditore di onorare eventuali debiti) stabilendo che confligge con la previsione dell’art. 22 GDPR – che riconosce il diritto dell’interessato a non essere sottoposto a una decisione basata unicamente su un trattamento automatizzato – la scelta della banca di concedere o meno affidamenti sulla base del solo credit scoring.

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ChatGPT: Garante privacy, notificato a OpenAI l’atto di contestazione per le violazioni alla normativa privacy

In data 24 gennaio 2024 Garante per la protezione dei dati personali ha notificato a OpenAI, società che gestisce la piattaforma di intelligenza artificiale ChatGPT, l’atto di contestazione per aver violato la normativa in materia di protezione dei dati personali. A seguito della lunga ed approfondita istruttoria condotta, seguita dal provvedimento di limitazione provvisoria del trattamento, emesso lo scorso 30 marzo 2023, l’Autorità stessa ha ritenuto che gli elementi fin qui acquisiti configurino svariate violazioni della normativa europea in materia

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Linee Guida dell’European Data Protection Board sulla protezione dei dati by design e by default e l’istituzione di un Coordinated Enforcement Framework

Sono state adottate (e di prossima pubblicazione) dall’EDPB le linee guida sulla protezione dei dati by design e by default, le quali si concentrano sull’obbligo della protezione dei dati by design e by default per come previsto dall’art. 25 GDPR, obbligo che si sostanzia nell’effettiva attuazione dei principi di protezione dei dati e dei diritti e delle libertà delle persone interessate già nella fase di progettazione. Ciò significa che i titolari del trattamento devono prevedere

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Linee guida dell’European Data Protection Board sull’interpretazione di alcuni aspetti della disciplina europea in materia di protezione dei dati personali

Sono state adottate e aggiornate le linee guida dell’European Data Protection Board sull’interpretazione di alcuni aspetti della normativa europea in materia di protezione dei dati personali. Il 7 luglio 2020 sono state aggiornate le linee guida sulla disciplina relativa al diritto alla cancellazione di cui all’art. 17 del Regolamento europeo per la protezione dei dati personali 679/2016 (GDPR), con riguardo alle sole richieste avanzate verso i motori di ricerca online. In particolare, le linee guida

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Corte di giustizia dell’Unione Europea, sentenza del 16 luglio 2020, Facebook Ireland e Schrems, C-311/18

Questa pronuncia trae origine dalla denuncia formulata dal sig. Schrems, cittadino austriaco iscritto alla piattaforma social Facebook, con la quale chiedeva all’autorità nazionale irlandese di vietare a Facebook Ireland di trasferire i suoi dati personali verso gli Stati Uniti (alla Facebook Inc.), sostenendo che il diritto e le prassi vigenti in tale paese non offrivano una protezione sufficiente dei dati personali conservati nel territorio del medesimo paese rispetto alle attività di sorveglianza ivi praticate dalle

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Proprietà Intellettuale

E - Health

Advice on the application of the Medicrime Convention in the context of Covid-19

Con l’emergenza Covid-19 sono emersi o si sono intensificati diversi fenomeni criminosi, tra questi, oltre ad un forte accentuarsi degli attacchi cyber, si sono riscontrati diversi casi di fabbricazione, fornitura od offerta di materiale medico contraffatto o non autorizzato, la maggioranza dei quali è avvenuta nel Cyberspace, rendendo questi reati particolarmente difficili da prevenire e ostacolare. Un importante strumento per il contrasto di questi comportamenti criminosi è dato dalla Convenzione del Consiglio d’Europa Medicrime di

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Regolamento recante procedure per l’interconnessione a livello nazionale dei sistemi informativi su base individuale del Servizio sanitario nazionale, anche quando gestiti da diverse amministrazioni dello Stato

Decreto 07 dicembre 2016, n. 262  “Regolamento recante procedure per l’interconnessione a livello nazionale dei sistemi informativi su base individuale del Servizio sanitario nazionale, anche quando gestiti da diverse amministrazioni dello Stato”  (G.U. Serie Generale, n. 32 del 08 febbraio 2017) Il decreto ha lo scopo di definire le procedure per l’interconnessione a livello nazionale, nell’ambito del NSIS (Nuovo sistema informativo sanitario del Ministero della salute, gestito dalla Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo

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Hate Speech

Corte di Cassazione, sez. I penale, sentenza 21 febbraio 2020 (ud. 26 novembre 2019), n. 6933/2020 – Pres. Rosa Anna Saraceno – Rel. Alessandro Centonze

Il delitto di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico di cui all’art. 1 d.l. 122/1993 (ora art. 604-bis c.p.) ha natura di reato di pericolo astratto, la cui condotta deve essere idonea a ledere il bene giuridico protetto e, dunque, secondo una valutazione ex ante, ad influenzare il comportamento o la psicologia di un vasto pubblico ed a raccogliere adesioni, mentre il requisito dell’odio razziale o etnico è integrato da

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 18 gennaio 2019 (ud. 6 dicembre 2018), n. 2461/2019 – Pres. Gerardo Sabeone,  Rel. Renata Sessa

Poichè a seguito delle modifiche introdotte dal decreto n. 7/2016 l’ingiuria non costituisce più un illecito penale, la Corte annulla senza rinvio la decisione di secondo grado che condannava il ricorrente per il reato d’ingiuria aggravato da motivi razziali. Since as a result of the changes introduced by the decree n. 7/2016 the insulting behaviour is no longer a crime, the Court cancels the second-degree decision condemning the accused of the crime of insult aggravated

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Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, delibera n. 25/19/CONS

Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, delibera n. 25/19/CONS consultazione pubblica sullo schema di regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech. Public consultato on the scheme of rules concertino provvisione on respect of human dignità, principle of non-discrimination and combating hate speech.

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Internet Service Provider

Tribunale di Milano, I sez. civile, ordinanza 17 giugno 2020

In tema di responsabilità dell’hosting provider passivo per la mancata rimozione di contenuti manifestatamente illeciti (nel caso di specie, avente carattere diffamatorio) memorizzati sulla propria piattaforma, nella scelta dei rimedi esperibili per assicurare al ricorrente una tutela effettiva, il Tribunale di Milano, in questa ordinanza, ritiene che debba essere privilegiato il rimedio della rimozione definitiva dei contenuti Per quanto concerne l’estensione territoriale a livello mondiale dell’ordine di rimozione, possibilità prevista dalla Corte di giustizia dell’Unione

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Executive Order del Presidente degli Stati Uniti contro i social media, 28 maggio 2020

Il Presidente degli Stati Uniti, il 28 maggio 2020, ha emesso un ordine esecutivo sulla “prevenzione della censura online”, che affronta la questione dell’immunità da responsabilità garantita alle piattaforme online dalla Sezione 230(c) del Communication Decency Act (47 U.S.C. § 230). Nato nell’ambito del delicato contrasto tra tutela del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero online e azioni di rimozione dei contenuti illeciti da parte dei gestori dei grandi social media, questo provvedimento chiede

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Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Terza Sezione, 3 ottobre 2019, C-18/18

L’art. 15 § 1 della direttiva 2000/31, interpretato alla luce dei considerando 41 e 47 della stessa direttiva, non osta a che un giudice di uno Stato membro possa ordinare a un prestatori di servizi di hosting di rimuovere o bloccare l’accesso a: Art. 15 § 1 of Directive 2000/31, interpreted in light of rectials 41 and 47 of the same Directive, does not preclude a court of a Member State from ordering a host

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 20 marzo 2019 (ud. 8 novembre 2018), n. 12546/2019 – Pres. Maria Vessichelli, Rel. Grazia Miccoli

Il blogger che non elimina tempestivamente i commenti diffamatori postati dagli utenti, dopo aver appreso che sono stati pubblicati, li fa propri ponendo così in essere ulteriori condotte di divulgazione, per cui risponde personalmente del reato di diffamazione aggravata dal mezzo Internet, ex art. 595, comma 3, c.p. The blogger who does not promptly eliminate the defamatory comments posted by users, after knowing that they have been published, makes them his own, thus putting in

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Corte di Cassazione, sez. I civile, 19 marzo 2019 (ud. 21 febbraio 2019), n. 7708 – Pres. Francesco A. Genovese, Rel. Loredana Nazzicone

L’hosting provider attivo concorre nella commissione dell’illecito altrui, non potendo applicarsi allo stesso il regime di esenzioni da responsabilità delineato dal D.lgs. n. 70/2003. Nel caso in cui non abbia provveduto all’immediata rimozione dei contenuti illegali, egli sarà responsabile a tre condizioni, laddove: sia accertata una sua conoscenza legale – acquisibile in qualunque modo – della sussistenza dell’illecito; l’illiceità dell’altrui condotta sia individuabile adottando un grado di diligenza ragionevolmente esigibile da un operatore professionale della

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Tribunale civile di Roma, sezione specializzata in materia di imprese, 15 febbraio 2019 (ud. 30 gennaio 2019), n. 3512, Pres. Pedrelli, Rel. Russo

Nel caso in cui l’hosting provider non abbia adottato tutte le misure ragionevolmente esigibili nel caso di specie per impedire la diffusione illecita di contenuti lesivi e non abbia quindi agito secondo la diligenza che può essere ragionevolmente richiesta allo stesso, deve concludersi per l’accertamento della responsabilità dell’intermediario a titolo di cooperazione colposa mediante omissione. When the hosting provider has not taken all the reasonable measures in the concrete case in order to prevent the

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Social Network

Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 23 luglio 2020 (ud. 06 luglio 2020), n. 22049 – Pres. Stefano Palla, Rel. Giuseppe Riccardi

Ai fini dell’integrazione del reato di sostituzione di persona ex art. 494 c.p., non rileva che la divulgazione abbia ad oggetto una “immagine caricaturale” della persona offesa (condotta rilevante ai fini dell’integrazione anche del reato di diffamazione), essendo sufficiente, per la tipicità del delitto, la illegittima sostituzione della propria all’altrui persona, mediante creazione ed utilizzo di un falso profilo Facebook.  Referring to the crime of illicit impersonation punished by art. 494 c.p. of the Criminal

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 11 giugno 2020 (ud. 7 febbraio 2020), n. 17944/2020 – Pres. Carlo Zaza, Rel. Antonio Settembre

Commentare un video su YouTube, nel quale un medico sostiene che essere omosessuale sia contro natura, con la frase “spero che le figlie siano lesbiche, sposino dei gay e che lo abbattano tutti insieme appassionatamente” non integra il reato di diffamazione aggravata ex art. 595 c. 3 c.p., in quanto tale augurio non è attributivo di qualità negative e non è offensivo della reputazione. Commenting a video on YouTube in which a doctor claims that

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 14 maggio 2020 (ud. 29 novembre 2019), n. 15089/2020 – Pres. Rossella Catena, Est. Renata Sessa

Non commette il reato di diffamazione aggravata ex art. 595 co. 3 c.p. colui che commenta in un gruppo Facebook “chi ha sparato è un idiota” in un post relativo alla notizia dell’esplosione di un colpo in aria da parte di un poliziotto durante la fuga di alcuni malviventi, in quanto l’utilizzo dell’epiteto “idiota”, sebbene oggettivamente offensivo, costituisce manifestazione del diritto di critica. Commenting on a Facebook group “who shot is an idiot” in a

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 25 febbraio (ud. 31 marzo 2020), n. 10905/2020 – Pres. Palla, Rel. Riccardi

Qualora gli insulti siano stati pronunciati in una chat vocale diretta alla persona offesa, anche se accessibile da più persone, il fatto non può essere qualificato come diffamazione aggravata ex art. 595 co. 3 c.p., ma dev’essere ricondotto all’abrogata fattispecie di ingiuria aggravata ex art. 594 ult. co. c.p. If the insults were pronounced in a voice chat directed to the offended person, even if accessible by several people, the fact cannot be qualified as

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 10 gennaio 2020, (ud. 19 novembre 2019), n. 652/2020 – Pres. Eduardo De Gregorio, Rel. Angelo Caputo

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. può essere riconosciuta, se si tratta di condotta isolata, anche nel caso in cui il reato di sostituzione di persona ex art. 494 c.p. sia stato commesso tramite la creazione di un falso profilo su un Social network a nome altrui. The non-punishment cause for particularly tenuous fact pursuant to art. 131-bis c.p. can be also recognized, if it is an

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 10 gennaio 2020, (ud. 19 novembre 2019), n. 628/2020 – Pres. Eduardo De Gregorio, Rel. Luca Pistorelli

Commette il reato di diffamazione aggravata di cui all’art. 595 co. 3 c.p. colui che pubblica un post su Facebook definendo il vicesindaco del suo paese e i componenti della giunta comunale “imbroglioni” e accusandoli di aver sottratto i soldi provenienti dal gettito fiscale a carico della comunità. In questo caso, infatti, lo scritto online in questione denota l’intenzione dell’autore di sostenere un’accusa grave e la non veridicità del fatto esclude la configurabilità dell’esimente del

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Intelligenza Artificiale

NUOVI PROFILI DI RESPONSABILITÀ PENALE PER L’USO DI SISTEMI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL PARADIGMA DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE

Sommario: 1. Introduzione — 2. Il quadro giuridico europeo dei sistemi di A.I.: l’A.I. ACT — 3. La circolazione stradale: dal conducente ai sensori di guida autonoma — 3.1 Il Regolamento europeo 2019/2144: i requisiti di omologazione dei veicoli — 3.2 Il contesto mondiale dei sistemi di guida autonoma: i regolamenti dell’ONU — 3.3 Una visione comparata: le normative di Germania e Francia — 3.3.1 I veicoli a motore con funzioni automatizzate: l’esperienza tedesca — 3.3.2 I veicoli con delega di guida: l’esperienza francese 4. Nuovi profili di responsabilità penale: i

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La Corte di Giustizia dichiara illegittima la normativa nazionale che prevede la conservazione sine die dei dati biometrici e genetici a fini di giustizia penale

La Corte di Giustizia, a valle del rinvio pregiudiziale promosso dalla Corte suprema amministrativa bulgara, ha affermato che l’art. 4, par. 1, lett. c) ed e) della direttiva (UE) 2016/680 (relativa alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali) deve essere interpretato nel senso che osta a una normativa nazionale che

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Conferenza interparlamentare sull’intelligenza artificiale: in Europa l’ennesimo confronto tra Stati membri per valutare l’impatto futuro dell’IA in alcuni settori chiave

Si è tenuta a Bruxelles dal 28 al 29 gennaio 2024 la Conferenza interparlamentare sull’intelligenza artificiale organizzata dal Parlamento della Federazione Vallonia – Bruxelles e dal Parlamento della Vallonia nell’ambito della Presidenza belga del Consiglio dell’Unione Europea nel primo semestre 2024. L’incontro, cui ha preso parte anche l’Italia con alcuni rappresentanti di Camera e Senato, ha previsto dopo i discorsi di apertura quattro sessioni aventi ad oggetto (i) le industrie creative e culturali di fronte

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Convenzione internazionale sull’Intelligenza Artificiale: in corso le trattative per il primo trattato internazionale in materia

Il Consiglio d’Europa ha reso pubblica nel dicembre 2023 la terza bozza della Convenzione internazionale sull’intelligenza artificiale (CAI) in discussione all’ultima riunione plenaria tenutasi a Bruxelles dal 23 al 26 gennaio 2024. I negoziati, che procedono spediti e vedono coinvolti plurimi stakeholders tra cui organizzazioni non governative attive sul tema, esperti e attivisti, dovrebbero definire un testo comune entro il prossimo maggio.  All’interno degli otto capitoli in cui si articola il testo provvisorio, al momento, si snodano

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AI Act: approvato dal Parlamento Europeo il testo finale del Regolamento in materia di intelligenza artificiale

In data 13 marzo 2024 il Parlamento Europeo ha approvato, a larga maggioranza, il testo definitivo del Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale (cd. AI Act), la prima normativa al mondo che mira a disciplinare in modo organico il settore degli agenti intelligenti. Il Regolamento – che attende ora l’approvazione finale del Consiglio e la revisione dei giuristi-linguisti – dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea entro la fine dell’attuale legislatura, per entrare in vigore nel 2026,

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Temi Penalistici Generali del Cybercrime

Resoconto attività 2023 della Polizia Postale e delle Comunicazioni e dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica

Il 31 dicembre 2023 la Polizia postale ha redatto il proprio resoconto sugli interventi effettuati nell’ambito della lotta al cybercrime, evidenziando un aumento dei casi di reati commessi mediante l’uso del mezzo informatico e il sempre maggiore coinvolgimento, in qualità di vittime,  di minori (bambini o preadolescenti tra i 10 ed i 13 anni), i quali rischiano di finire nella rete di pedofili, adescatori cibernetici (206 casi), cyberbulli (284 casi) o di cadere vittime di ricatti e sextortion (136

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Approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge che riforma alcuni reati informatici ed interviene in materia di cybersecurity

Il Consiglio dei Ministri ha licenziato, in data 25 gennaio 2024, il testo definitivo del disegno di legge volto al rafforzamento della cybersicurezza nazionale che prevede, tra le altre, cose, l’innalzamento delle pene per i cybercriminali, l’intensificazione delle misure di sicurezza, un incremento delle funzioni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) e l’adozione, da parte di enti locali e pubblica amministrazione, di sistemi idonei a prevenire e impedire attacchi informatici. Parte integrante del disegno di

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Corte di Cassazione, sez. II penale, 10 aprile 2020 (ud. 7 novembre 2019), n. 11959/2019 – Pres. Matilde Cammino, Rel. Sergio Di Paola

Riconoscendo l’attributo della fisicità al dato informatico (per essere un’entitià che occupa fisicamente una porzione di memoria quantificabile), e consdierando la capacità dei files di essere trasferiti tra dispositivi o sistemi nonché di essere “custoditi” in ambienti “virtuali”, la Corte di Cassazione ha affermato il seguente principio di diritto: «i dati informatici (files) sono qualificabili cose mobili ai sensi della legge penale e, pertanto, costituisce condotta di appropriazione indebita la sottrazione da un personal computer

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Principali orientamenti della Procura Generale sulla risoluzione dei contrasti con riferimento all’attribuzione delle indagini sui reati informatici e cibernetici, a cura di Fulvio Baldi

Si riportano qui i punti salienti del Vademecum diffuso dalla Procura Generale presso la Corte di Cassazione in merito ai criteri adottati per la risoluzione dei conflitti di attribuzione tra Procure territoriali nella fase delle indagini preliminari con riferimento ai reati informatici e cibernetici. Le truffe on line Ai fini della determinazione della competenza, rileva: 1) nei casi di pagamento a mezzo vaglia postale, il luogo ove il vaglia viene materialmente riscosso; 2) nei casi

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 27 gennaio 2020 (ud. 22 novembre 2019), n. 3236/2020 – Pres. Gerardo Sabeone – Rel. Maria Teresa Belmonte

Il reato di installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche di cui all’art. 617-quinquies c.p. è un reato di pericolo concreto, nel quale il pericolo rappresenta un elemento costitutivo della fattispecie incriminatrice, per cui è compito del giudice, in base alle circostanze concrete del singolo caso, accertarne l’esistenza. È, quindi, necessario accertare l’idoneità dell’apparecchiatura installata a consentire la raccolta o la memorizzazione dei dati e ad eludere la possibilità

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Corte di Cassazione, sez. V penale, 20 marzo 2019 (ud. 8 novembre 2018), n. 12546/2019 – Pres. Maria Vessichelli, Rel. Grazia Miccoli

Il blogger che non elimina tempestivamente i commenti diffamatori postati dagli utenti, dopo aver appreso che sono stati pubblicati, li fa propri ponendo così in essere ulteriori condotte di divulgazione, per cui risponde personalmente del reato di diffamazione aggravata dal mezzo Internet, ex art. 595, comma 3, c.p. The blogger who does not promptly eliminate the defamatory comments posted by users, after knowing that they have been published, makes them his own, thus putting in

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Frodi e Abusi di Carte di Credito

Cybercrime, oltre 17mila frodi creditizie in Italia nel 2023 secondo quanto riferito dall’Osservatorio CRIF sui furti d’identità e le frodi creditizie

L’indagine condotta dall’Osservatorio sui furti d’identità e le frodi creditizie di CRIF ha evidenziato come le frodi mediante furto di identità continuano ad avere un rilevante impatto nella geografia criminale italiana, tanto che nel primo semestre del 2023 si sono registrati oltre 17.000 casi con profitti per oltre 83 milioni di euro e un aumento complessivo dei casi del 14,2%. Se da un lato, infatti, sono gli uomini ad essere il bersaglio preferito degli attacchi

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Europol: pubblicati il cd.  Rapporto IOCTA 2023 e lo Spotlight Report sulle frodi online

Europol ha pubblicato, in data 19 dicembre 2023, il rapporto Internet Organised Crime Assessment (IOCTA) 2023 contenente una retrospettiva dei mutamenti e delle evoluzioni occorse nel mondo del cd. cybercrime nei precedenti ventiquattro mesi. In particolare, il report contiene un riepilogo dello stato sull’arte della criminalità informatica con alcune evidenze in merito alle tipologie di schemi fraudolenti maggiormente utilizzati, all’incidenza degli attacchi informatici all’interno dell’Unione e alle modalità operative attraverso cui i cybercriminali operano. Collateralmente, sempre Europol ha predisposto alcuni spotlight report connessi

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Corte di Cassazione, sez. II penale, sentenza 25 settembre 2020 (ud. 17 settembre 2020), n. 26807/2020 – Pres. Domenico Gallo, Rel. Giuseppe Coscioni

Anche le valute virtuali possono essere soggette alla normativa in materia di servizi finanziari nel caso in cui la vendita di bitcoin venga reclamizzata come una vera e propria proposta di investimento, con tanto di pubblicità su di un sito Internet contenente informazioni idonee a mettere i risparmiatori in grado di valutare se aderire o meno all’iniziativa. Pertanto, in tal caso si devono rispettare gli adempimenti prescritti in materia di servizi finanziari di cui agli

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Corte di Cassazione, sez. II penale, sentenza 11 agosto 2020 (ud. 2 luglio 2020), n. 23760/2020 – Pres. Domenico Gallo, Rel. Alfredo Mantovano

La Suprema Corte evidenzia che, prima dell’introduzione della nuova fattispecie aggravata di cui al co. 3 dell’art. 640 ter c.p., che punisce la frode informatica commessa con furto o indebito utilizzo dell’identità digitale, la condotta di intervento senza diritto sul sistema informatico e telematico protetto da password di un servizio di home banking e l’assunzione di falsa identità del titolare di una carta banco posta tramite l’utilizzo di codici personali identificativi integrava non solo il

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Corte di Cassazione, sez. II penale, sentenza 21 luglio 2020 (ud. 1 luglio 2020), n. 21831/2020 – Pres. Giovanni Diotallevi – Rel. Aielli Lucia

La Corte di Cassazione ribadisce che il delitto di frode informatica ex art. 640-ter c.p. e di indebito utilizzo di carte di credito, di cui al D.Lgs. n. 231 del 2007, art. 55, co. 9, ora art. 493-ter c.p., sono tra loro in rapporto di specialità, perché l’utilizzazione fraudolenta del sistema informatico costituisce presupposto assorbente rispetto alla generica indebita utilizzazione di codici d’accesso. Pertanto, integra il delitto di frode informatica, e non quello di indebita

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Corte di Cassazione, sez. V penale, sentenza 23 gennaio 2020 (ud. 13 dicembre 2019), n. 2728/2020 – Pres. Grazia Miccoli – Rel. Michele Romano

Ai fini del reato di indebito utilizzo di carta di credito di cui all’art. 55, co. 9, d.lgs. 231/2007 (ora art. 493-ter c.p.) non rileva che l’imputato sia stato assolto dall’imputazione di furto della stessa. Infatti, l’impossessamento illegittimo della carta di credito non è un presupposto necessario ed indefettibile del delitto di indebito utilizzo della carta di credito, perché trattasi di reato volto a tutelare l’interesse pubblico alla repressione del fenomeno del riciclaggio del danaro

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FinTech

Legge 27 novembre 2020, n. 159

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 3 dicembre 2020 la Legge 27 novembre 2020, n. 159, approvata il 25 novembre scorso dalla Camera, di conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l’attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno

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Corte di Cassazione, sez. II penale, sentenza 25 settembre 2020 (ud. 17 settembre 2020), n. 26807/2020 – Pres. Domenico Gallo, Rel. Giuseppe Coscioni

Anche le valute virtuali possono essere soggette alla normativa in materia di servizi finanziari nel caso in cui la vendita di bitcoin venga reclamizzata come una vera e propria proposta di investimento, con tanto di pubblicità su di un sito Internet contenente informazioni idonee a mettere i risparmiatori in grado di valutare se aderire o meno all’iniziativa. Pertanto, in tal caso si devono rispettare gli adempimenti prescritti in materia di servizi finanziari di cui agli

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Digital Finance Strategy for the EU, strategia sulla finanza digitale UE (Comunicazione della Commissione europea, COM(2020) 591 final)

Con la comunicazione del 24 settembre 2020 la Commissione Europea ha presentato la strategia per i prossimi quattro anni in materia di finanza digitale per l’UE. L’obiettivo che si intende perseguire è cogliere le opportunità per imprese e consumatori offerte dalla rivoluzione digitale per riparare i danni sociali ed economici causati dalla pandemia, mitigandone al contempo i rischi. A tal fine la Commissione fissa quattro priorità con le relative azioni che intende intraprendere. La prima

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Strategia in materia di pagamenti al dettaglio per l’UE (Comunicazione della Commissione Europea-COM(2020) 592 final)

Anche questa comunicazione è stata presentata il 24 settembre 2020 unitamente alla Digital Finance Strategy (supra sub 4) in considerazione della circostanza che l’innovazione e la digitalizzazione hanno modificato e stanno ancora trasformando, grazie anche al contesto pandemico venutosi a creare, le modalità di funzionamento dei pagamenti. Con questo piano strategico sono individuati quali obiettivi chiave da conseguire per i quattro anni a venire: 1) soluzioni di pagamento sempre più digitali e istantanee di portata

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Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo ai mercati delle cripto-attività e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (COM/2020/593 final) – cd. MiCA

Con questa proposta, rientrante nel pacchetto sulla Finanza Digitale Europea come definito con la Comunicazione sulla relativa strategia (supra sub 4) e quella sulla strategia in materia di pagamenti al dettaglio per l’UE (supra sub 5), entrambe presentate il 24 settembre 2020, la Commissione intende regolamentare le cripto-attività che non rientrano nella vigente legislazione dell’UE in materia di servizi finanziari, nonché i token di moneta elettronica, garantendo livelli adeguati di tutela dei consumatori e degli

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Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo ad un regime pilota per le infrastrutture di mercato basate sulla tecnologia di registro distribuito (COM(2020) 594 final) – cd. Pilot regime

La proposta di questo regolamento rientra nel pacchetto europeo sulla finanza digitale del 24 settembre 2020 (supra sub 4 e 5) ed è strettamente connessa alla Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa ai mercati delle cripto-attività e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937, cd. MiCA. Nello specifico, si applica alle cripto-attività, qualificabili come strumenti finanziari, che sono escluse dall’ambito di applicazione della proposta MiCA, e intende favorire l’utilizzo della tecnologia sottostante

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FAKE NEWS

Cyberspace e offese nella sfera sessuale

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tarantino@studiopicotti.com

Simone Tarantino

Dottore magistrale in Giurisprudenza con laurea conseguita presso l’Università degli Studi di Verona, discutendo una tesi in diritto penale applicato alle nuove tecnologie ed all’Intelligenza artificiale, intitolata: “Nuovi profili di responsabilità penale per l’uso di sistemi di intelligenza artificiale: il paradigma della circolazione stradale”, approfondita anche in un articolo in fase di pubblicazione.

Dal novembre 2022 è praticante avvocato presso il Foro di Verona, abilitato al patrocinio sostitutivo dal settembre 2023, si occupa prevalentemente di diritto penale.

rosamaria.vadala@univr.it

Rosa Maria Vadalà

Ricercatrice in diritto penale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona con incarichi di docenza nei corsi d’insegnamento “Diritto penale dell’impresa e del mercato”, “Diritto penale comparato” e “Cybercrime”. Sempre presso la stessa Università ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in “Diritto ed Economia dell’Impresa. Discipline interne ed internazionali” ed è stata altresì assegnista di ricerca sul tema “Nuove tecnologie e reati in materia economicofinanziaria: dal cyberlaundering alle frodi negli strumenti di pagamento elettronici e nell’accesso del credito”, del Centro IUSTec del Dipartimento di Scienze Giuridiche.

Da Gennaio 2013 a Dicembre 2021 è stato, inoltre, Avvocato iscritto all’Ordine degli Avvocati di Verona.

Ha trascorsi periodi di ricerca presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law e il centro Crimina dell’Università Miguel Hernandez di Elche. È autrice della monografia “La tutela penale della sicurezza degli scambi economici digitali” (ebook-cod. ISBN 9788899957025) e di numerosi saggi ed interventi convegnistici su vari temi relativi alla criminalità economica ed informatica, con attenzione particolare alla Software Security, alle sfide sollevate dalle nuove tecnologie, quali Blockchain, IoT e IoE, e dall’Intelligenza Artificiale implementata nei contesti della sicurezza e mobilità urbana. Per informazioni più complete si rimanda alla seguente pagina istituzionale:

https://www.dsg.univr.it/?ent=persona&id=8384&lang=it#tab-presentazione

marco.mattia@univr.it

Marco Mattia

Dott. Marco Mattia, dottorando in diritto penale presso l’Università di Verona sul tema di ricerca dei risvolti penalistici sottesi alla disinformazione digitale e al fenomeno della diffusione di fake news in rete. Autore di diverse pubblicazioni e interventi sulle seguenti tematiche: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; settarismi digitali e condizionamenti psichici nel cyberspace.

Dottorando di ricerca in diritto penale in presso l’Università di Verona, con progetto di ricerca dal titolo: «La rilevanza dei fattori psico-emotivi all'interno del moderno sistema dell'imputazione penale, con riferimento alle recenti questioni poste dalle Intelligenze Artificiali. Una nuova prospettiva meta-teorica del diritto penale?». Già collaboratore e cultore della materia presso le cattedre di diritto penale dell’Università del Salento e dell’Università di Bergamo. Autore di diverse pubblicazioni di diritto penale sui seguenti temi di ricerca: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; risvolti penali della disinformazione digitale e del discorso d’odio. Ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense nell’ottobre 2022. Per il curriculum completo si rimanda al sito istituzionale dell’Università di Verona.

alice.baccin@univr.it

Alice Baccin

Dottoranda di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona con un progetto di tesi intitolato «Algoritmizzazione dei mercati finanziari, abusi di mercato e criteri di imputazione penale all’epoca delle strategie High-frequency trading». Dopo la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Padova nel 2019, ha avviato la propria collaborazione in qualità di cultrice della materia per le cattedre di Diritto Penale 2, Diritto Penale Commerciale e Diritto Penale, Robotica e intelligenza artificiale presso la medesima Università, prima di intraprendere il percorso dottorale nel 2021. Svolge altresì la professione di avvocato presso il Foro di Milano occupandosi principalmente di diritto penale d’impresa. Nell’ambito del percorso di dottorato ha trascorso un soggiorno all’estero in qualità di Visiting Research Student presso il King’s College di Londra.

I suoi interessi di ricerca si concentrano, in prevalenza, sul diritto penale dell’economia e sul rapporto tra sviluppo tecnologico e criminalità d’impresa.

Per l’elenco delle pubblicazioni si rinvia al sito istituzionale dell’Università di Verona: https://www.dsg.univr.it/?ent=persona&id=71503

beatrice.panattoni@univr.it

Beatrice Panattoni

È attualmente assegnista di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona. Ha conseguito il dottorato di ricerca e il titolo di Doctor Europaeus in scienze giuridiche europee ed internazionali a luglio 2022 presso la stessa Università. Membro dei Young Penalists dell’Association International de Droit Pénal (AIDP), nell’ambito della quale ha partecipato a diversi lavori. Negli anni ha svolto diversi periodi di ricerca all’estero, presso l’Università di Freiburg im Breisgau, Germania, e presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law. Le linee della sua ricerca si concentrano sull’intersezione tra il diritto penale e le sfide aperte dalla rivoluzione digitale. È co-curatrice assieme al prof. Lorenzo Picotti del fascicolo monografico n. 1/2023 della Revue Internationale de Droit Pénal su “Traditional Criminal Law Categories and AI: Crisis or Palingenesis?”. È autrice di diversi saggi scientifici dedicati allo studio dei rapporti tra diritto penale e tecnologie digitali, in specie inerenti alla responsabilità penale delle piattaforme online, ai profili penali legati all’Intelligenza Artificiale, nonché alle aggressioni sessuali realizzate in rete. Per i prodotti della ricerca si rimanda al sito istituzionale.

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Simone Tarantino

Dottore magistrale in Giurisprudenza con laurea conseguita presso l’Università degli Studi di Verona, discutendo una tesi in diritto penale applicato alle nuove tecnologie ed all’Intelligenza artificiale, intitolata: “Nuovi profili di responsabilità penale per l’uso di sistemi di intelligenza artificiale: il paradigma della circolazione stradale”, approfondita anche in un articolo in fase di pubblicazione.

Dal novembre 2022 è praticante avvocato presso il Foro di Verona, abilitato al patrocinio sostitutivo dal settembre 2023, si occupa prevalentemente di diritto penale.

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Rosa Maria Vadalà

Ricercatrice in diritto penale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona con incarichi di docenza nei corsi d’insegnamento “Diritto penale dell’impresa e del mercato”, “Diritto penale comparato” e “Cybercrime”. Sempre presso la stessa Università ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in “Diritto ed Economia dell’Impresa. Discipline interne ed internazionali” ed è stata altresì assegnista di ricerca sul tema “Nuove tecnologie e reati in materia economicofinanziaria: dal cyberlaundering alle frodi negli strumenti di pagamento elettronici e nell’accesso del credito”, del Centro IUSTec del Dipartimento di Scienze Giuridiche.

Da Gennaio 2013 a Dicembre 2021 è stato, inoltre, Avvocato iscritto all’Ordine degli Avvocati di Verona.

Ha trascorsi periodi di ricerca presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law e il centro Crimina dell’Università Miguel Hernandez di Elche. È autrice della monografia “La tutela penale della sicurezza degli scambi economici digitali” (ebook-cod. ISBN 9788899957025) e di numerosi saggi ed interventi convegnistici su vari temi relativi alla criminalità economica ed informatica, con attenzione particolare alla Software Security, alle sfide sollevate dalle nuove tecnologie, quali Blockchain, IoT e IoE, e dall’Intelligenza Artificiale implementata nei contesti della sicurezza e mobilità urbana. Per informazioni più complete si rimanda alla seguente pagina istituzionale:

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Marco Mattia

Dott. Marco Mattia, dottorando in diritto penale presso l’Università di Verona sul tema di ricerca dei risvolti penalistici sottesi alla disinformazione digitale e al fenomeno della diffusione di fake news in rete. Autore di diverse pubblicazioni e interventi sulle seguenti tematiche: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; settarismi digitali e condizionamenti psichici nel cyberspace.

Dottorando di ricerca in diritto penale in presso l’Università di Verona, con progetto di ricerca dal titolo: «La rilevanza dei fattori psico-emotivi all'interno del moderno sistema dell'imputazione penale, con riferimento alle recenti questioni poste dalle Intelligenze Artificiali. Una nuova prospettiva meta-teorica del diritto penale?». Già collaboratore e cultore della materia presso le cattedre di diritto penale dell’Università del Salento e dell’Università di Bergamo. Autore di diverse pubblicazioni di diritto penale sui seguenti temi di ricerca: causalità, teorie dell’imputazione e interazioni psichiche nel diritto penale; reati contro la persona; rapporti tra diritto penale e nuove tecnologie; risvolti penali della disinformazione digitale e del discorso d’odio. Ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense nell’ottobre 2022. Per il curriculum completo si rimanda al sito istituzionale dell’Università di Verona.

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Alice Baccin

Dottoranda di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona con un progetto di tesi intitolato «Algoritmizzazione dei mercati finanziari, abusi di mercato e criteri di imputazione penale all’epoca delle strategie High-frequency trading». Dopo la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Padova nel 2019, ha avviato la propria collaborazione in qualità di cultrice della materia per le cattedre di Diritto Penale 2, Diritto Penale Commerciale e Diritto Penale, Robotica e intelligenza artificiale presso la medesima Università, prima di intraprendere il percorso dottorale nel 2021. Svolge altresì la professione di avvocato presso il Foro di Milano occupandosi principalmente di diritto penale d’impresa. Nell’ambito del percorso di dottorato ha trascorso un soggiorno all’estero in qualità di Visiting Research Student presso il King’s College di Londra.

I suoi interessi di ricerca si concentrano, in prevalenza, sul diritto penale dell’economia e sul rapporto tra sviluppo tecnologico e criminalità d’impresa.

Per l’elenco delle pubblicazioni si rinvia al sito istituzionale dell’Università di Verona: https://www.dsg.univr.it/?ent=persona&id=71503

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Beatrice Panattoni

È attualmente assegnista di ricerca in diritto penale presso l’Università di Verona. Ha conseguito il dottorato di ricerca e il titolo di Doctor Europaeus in scienze giuridiche europee ed internazionali a luglio 2022 presso la stessa Università. Membro dei Young Penalists dell’Association International de Droit Pénal (AIDP), nell’ambito della quale ha partecipato a diversi lavori. Negli anni ha svolto diversi periodi di ricerca all’estero, presso l’Università di Freiburg im Breisgau, Germania, e presso il Max Planck Institute for the Study of Crime, Security and Law. Le linee della sua ricerca si concentrano sull’intersezione tra il diritto penale e le sfide aperte dalla rivoluzione digitale. È co-curatrice assieme al prof. Lorenzo Picotti del fascicolo monografico n. 1/2023 della Revue Internationale de Droit Pénal su “Traditional Criminal Law Categories and AI: Crisis or Palingenesis?”. È autrice di diversi saggi scientifici dedicati allo studio dei rapporti tra diritto penale e tecnologie digitali, in specie inerenti alla responsabilità penale delle piattaforme online, ai profili penali legati all’Intelligenza Artificiale, nonché alle aggressioni sessuali realizzate in rete. Per i prodotti della ricerca si rimanda al sito istituzionale.